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ErroreSQL Città Partecipata - Notizie: LETTERA APERTA AL NEO CONSIGLIERE REGIONALE DI TERRACINA
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LETTERA APERTA AL NEO CONSIGLIERE REGIONALE DI TERRACINA
Inserito il 07 aprile 2010 alle 13:23:00 da Bolero47. IT - Politica

Apprendiamo favorevolmente la volontà di cambiamento esplicitata dal neo consigliere.... Segue in Dettagli



   

Apprendiamo favorevolmente la volontà di cambiamento esplicitata dal neo consigliere regionale in articoli di stampa, a cui noi, peraltro auguriamo buon lavoro.

 

Deve essere chiaro, però, se non ci si vuole illudere di nuovo e se non si vogliono prendere in giro i cittadini , che la strada è, davvero tutta in salita, e non basteranno semplici dichiarazioni d’intento e mere espressioni di buona volontà .

Riteniamo,pertanto, utili le richieste di dimissioni del Sindaco, ma riduttive e miopi se non si analizzano le cause del disastro amministrativo e non si individuano le corresponsabilità di chi lo ha sostenuto per anni, o meglio, di chi, al suo fianco, ha contribuito a  produrre lo stato di degrado che è sotto gli occhi di tutti.

La questione delle questioni è,  infatti, l’enorme debito del Comune

Chi è stato in amministrazione in questi anni conosce lo stato comatoso delle finanze comunali e dovrebbe ben sapere e consigliare che, se non si pone mano con urgenza alle casse comunali,  nulla sarà possibile nel futuro prossimo e che, come sosteniamo da tempo, prima delle dimissioni del Sindaco e della sua maggioranza, è necessario  che il consiglio comunale  dichiari il dissesto finanziario.

Solo dopo tale atto,certificata l’enorme entità del debito e  fatto un piano di rientro, sarà possibile far tornare a sperare  la città di Terracina.

Riteniamo, altresì, che per farla tornare a produrre e a sorridere c’è la necessità di un “NUOVO PATTO SOCIALE”. Ovvero, la scesa  in campo, per la soluzione dei tanti problemi , a partire da quelli più urgenti, di una nuova coesione sociale.

 Forze espressioni della società civile, al di fuori degli schieramenti di partito, capaci di affermare nuovi metodi e nuove idee per buon  governo della città e che, quindi, siano libere delle incrostazioni che caratterizzano in particolare la politica locale.

Affinché  ciò possa avvenire c’è bisogno di un impegno forte su direttrici obbligate, su cui l’Associazione Città Partecipata sta lavorando da tempo.

E’ necessario soccorrere l’economia con nuove idee capaci di guardare al futuro e di lanciare, o rilanciare, le peculiarità di questo territorio.

Va fatta chiarezza, una volta per tutte, sulle vocazioni del territorio, riconoscendone le caratteristiche e le priorità, e intervenendo con programmi e progetti di medio e lungo termine, a cominciare dal turismo.

E’ assolutamente prioritario fare quadrato contro l’innegabile ingresso di capitali accumulati con attività illecite, e questa, prima ancora che una missione delle forze dell’ordine, deve essere un obiettivo di chi amministra la città.

E’ ora di promuovere politiche capaci di offrire risposte alla spinta della componente più forte ma anche più delicata ed esposta della nostra società e che è quella dei  giovani.

Insomma l’elenco di quello che c’è da fare sarebbe interminabile, ma ciò che importa, è che il neoeletto al consiglio regionale, anziché, come pare abbia già dichiarato, ipotizzare l’apertura di uffici collaterali al partito, mostri di essere sufficientemente accorto da sapersi muovere con una mentalità nuova e diversa e che voglia proporsi nello scenario della   politica locale, al di  fuori degli schieramenti partitici che fino ad ora, hanno prodotto solo degrado.

E’ tempo che il confronto avvenga sulle cose da fare e che non sono né di destra né di sinistra, perché se si continua ad utilizzare l’amministrazione come arma per racimolare voti al proprio schieramento di partito, si continuerà a subordinare le scelte a operazioni clientelari o di parte per acquistare comunque consensi e non si faranno gli interessi oggettivi della città..

Terracina 07/04/2010

Città Partecipata

Articoli e interventi sulla stampa: La provincia 08/04/2010    


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Commenti
2 Commenti
Inserito il 07 aprile 2010 alle 18:39:20 da gazza.  0/10
 
Come si può pensare di dialogare con Sciscione quando si contorna di ex-amministratori?<_div>Vuole farci credere che sia il nuovo per portare al potere le riserve di questa classe dirigente che ha fatto solamente male alla città...
Inserito il 09 aprile 2010 alle 21:04:59 da Bolero47.  0/10
 

Anche se il dissesto per un ente locale è un problema complesso ed è tematica da affrontare con estremo rigore analitico, in quanto il dissesto modifica in peggio il rapporto con le comunità amministrate, a volte è un percorso obbligato se si vuol sperare in una ripresa sociale e economica di una città.

E questo è il passaggio obbligato per Terracina in quanto le condizioni previste dalla legge perché il consiglio comunale dichiari il dissesto ci sono tutte.

Il comune di Terracina,infatti, non riesce a pagare i creditori nonostante decreti ingiuntivi,non riesce a fornire servizi essenziali quali quelli sociali o di igiene pubblica,nonostante quest’ultimo sia coperto già interamente dalla tassa pagata dai cittadini, e non riesce a tappare neanche le buche se non con intervento della finanza regionale.

Eppure di fronte a una massa debitoria di portata tanto incommensurabile che nemmeno il dirigente del servizio finanziario o i revisori contabili conoscono nell’esatto ammontare, e tanto meno i consiglieri comunali stessi, c’è chi ancora sostiene che non sia un bene per i cittadini la dichiarazione di dissesto.

Come se i cittadini non fossero responsabili di aver scelto loro le maggioranze che sono stata causa di tanto disastro o come se avessero da temere il dover pagare i servizi alle aliquote massime previste dalle leggi sulla finanza locale.

Perché, infatti, dovrebbero temere ulteriori inasprimenti di tassazione  o contribuzione quando già la tassa per l’igiene urbana è tra le più altre d’Italia, l’imposta per l’ICI  per terreni e immobili non prima casa è quasi al massimo livello consentito e il contributo per gli asili nido è già vicino al limite di contribuzione previsto per tale servizio dalle leggi?

Proprio quando, anche ai massimi livelli del governo centrale, anche attraverso il decentramento fiscale alle regioni e comunità locali, si pone il problema della morale e della responsabilizzazione degli amministratori periferici, assoggettandoli al controllo diretto degli elettori, alcuni vedono la dichiarazione di dissesto come una iattura da evitare, anziché come occasione per un nuovo modo di interpretare l’amministrazione e auspicano la venuta di un commissario come se in pochi mesi questi potesse fare un miracolo finanziario.

Chi dice che il commissario prefettizio potrebbe iniziare un   graduale risanamento finanziario acclarando il debito e facendo un piano di rientro, sa bene che la legislazione, in presenza di dichiarazione di dissesto, prevede che l’organo straordinario di liquidazione(3 membri particolarmente esperti) abbia addirittura 180giorni per quantificare la massa passiva.

Come si può,dunque, pensare onestamente che un singolo commissario prefettizio possa assolvere a questo compito ?

A me sembra, invece, che coloro che in questi giorni chiedono le dimissioni del sindaco di Terracina, ma temono la dichiarazione di dissesto, siano preoccupati di salvare i partiti o le correnti di partito,cui appartengono, dal severo giudizio degli elettori.

 E giocano al tiro al piccione, cercando di scaricare solo sul sindaco le gravi responsabilità di un decennio di amministrazione che ha disastrato le finanze comunali e ridotto la città nello stato di degrado pauroso in cui versa.

E’ fuor di dubbio che il sindaco è il responsabile massimo, ma è pur vero che partiti e personaggi che direttamente o per interposta persona ne chiedono ora la testa, in fasi e in tempi diversi, hanno ricoperto, nella maggioranza di centrodestra, incarichi assessorili e istituzionali ai massimi livelli, consentendo a Nardi di galleggiare

Se si capisse che l’elettore è armai stanco di uno stantio modo di intendere l’amministrazione come strumento per accrescere i consensi al partito di appartenenza più che come occasione per individuare, affrontare e risolvere i problemi della città;problemi che non sono né di destra né di sinistra, la strada del dissesto sarebbe utilissima per recuperare alla politica locale credibilità e senso morale.

Avremmo davanti,infatti, anni di sacrifici, ma almeno non saranno più possibili spese assurde e sarà fatta piazza pulita di una logica  che, subordinando l’amministrazione agli interessi elettorali di partiti e correnti di partito, ha prodotto  assunzioni spesso clientelari, scelte urbanistiche condizionate da spinte interessate al proprio particolare, appalti e  gestione dei servizi, gestione del personale e nomine che sono stati condizionate più da aspetti clientelari che da logiche di contenimento della spesa in un quadro di efficienza, efficacia e competenza.

Sono così proliferati assessori, incarichi dirigenziali, collocazioni in consigli di amministrazione non sempre necessari,incarichi particolari a dipendenti ogni oltre limite di decenza gestionale e spese utili solo all’immagine o al consenso personale, avulse da qualsiasi logica di una seria programmazione e da una visione d’assieme capace di capire le interconnessioni tra una attività economica e l’altra e tra questi e l’efficienza dei servizi offerti dall’amministrazione pubblica.

Se quanto detto è vero, l’unica strada per recuperare il senso della morale nella conduzione amministrativa è proprio quella di dichiarare il dissesto. Solo dopo tale dichiarazione si porrà il problema di mandare a casa il sindaco e i suoi strapuntini.

 

 

                                                                    Di Mauro Gino

                                                            (consigliere comunale)

 

Terracina, 9 aprile 2010

 
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